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domenica 17 aprile 2011

VERROCCHIO

Le sue dichiarazioni fiscali sfiorano il patetico: " Non guadagniamo le chalzi", lui e il fratello non hanno di che calzarsi, scrive, il Verrocchio continua a pianger miseria. Il suo ritratto mostra un uomo dal viso squadrato, pesante, testardo, animato da due grandi occhi neri inquisitori. Sotto il grosso naso, le labbra sottili non esprimono emozioni. Nessuna mollezza se non forse nel mento piccolo, nervoso e femminile. Maestro Andrea non resta mai inattivo: infaticabile, dice il Vasari, ha sempre qualcosa in cantiere "Perchè meno.... gli venisse una stessa cosa a fastidio". E' entrato come apprendista presso l'orafo Giuliano de' Verrocchi e ne ha assunto il nome secondo un uso in segno di rispetto. Il maestro Andrea allarga il campo della sua attività, si presenta come pittore, decoratore, scultore e orafo. La sua bottega che sicuramente gli serve anche da abitazione situate in via dell'Agnolo, nella parrocchia di Sant'Ambrogio è in grado di soddisfare più richieste. La bottega è un'azienda, un negozio, un piano terra, un locale che si apre sulla strada allo stesso livello della rumorosa via Fiorentina dove si vive, i bambini giocano e i cani, i maiali, i polli, circolano liberamente.

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