Nato lontano da roma 8 dicembre del 65 a.Cr, in una cittadina di modeste condizioni sociali. Il padre era libertino di modesta ma sufficiente agiatezza, era un piccolo proprietario terriero. La mediocritas nella quale ha passato i suoi primi anni diventerà più tardi illuminata da un'esperienza più complessa, diventerà per lui
regola di vita. Sorretto dall'amore paterno protetto contro le prime malignità della gente, dalla fierezza di questo piccolo proprietario libertino che non si piegava alla suprbia dei nati liberi. Le prime sofferenze della vita per i motivi sopra elencati gli sono sempre state evitate.Venosa la cittadina natale era divisa in due classi,
i veterani di Silla e i cittadini del luogo. "il babbo non mi volle mandare alla scuola di Flavio, dove i figliuoli dei grandi andavano con la borsa al braccio sinistro e la tavoletta"" Frequentavano otto mesi all'anno portando qualche soldarello per le Idi." Par di vederla la sfilata dei piccoli romani per le vie dell'umile borgata. Ma contro il puerile disdegno dei coetanei Orazio aveva due rigugi, il padre che amava tantissimo e i boschi intorno a Venosa. Nel Canto Latino racconterà di essersi spinto solo una volta sulla vetta del monte Vulture.
La stanchezza e il sonno lo colsero e quando si svegliò si trovò tutto coperto di fronde novelle. Il paesaggio venosino rimarrà sempre come sfondo nei suoi scritti. Venosa sorgeva su un poggio tra due piccole vallate, tra due torrentelli che scendono per opposto giro verso l'Ofanto. Ha davanti a sè verso levante una serie di altri poggi e di colline che disgradano verso il mare; a ponente ha i declivi del Vulture
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