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martedì 12 aprile 2011

LA PESTE

NEL 1630 a Firenze la peste entra nell'appennino che separa il Granducato dal Ducato di Parma.Si è nel pieno di un'estate torrida, ai prini giorni di agosto. A Trespiano, sulla via bolognese, poche miglia distante da Firenze, giunge appena valicato il limite montuoso, un pollaiolo. Avanza a fatica, è pallidissimo e supplica Viviano, un suo parente del luogo, di ospitarlo in casa.Gli offre dell'oro per smuovere la resistenza,e si getta su un giaciglio. Dopo pochi giorni l'intera famiglia muore. Dopo pochi giorni la notizia si diffonde in città, dove al calar del sole, giungono gli ordini del Magistrato di Sanità.Con cautela per non creare il terrore a notte fonda vengono seppelliti i cadaveri, le robe infette bruciate e la casa sigillata.Il giorno seguente al Cianfo, un borgo poche miglia più in giù sulla strada che porta a Firenze, viene segnalato qualche caso di morte repentina. i senatori degli Albizi e Carnesecchi insieme ai medici Corvieri e Zerbinelli ordinano la trasformazione dell'ospedale in lazzaretto. Il Cianfo viene circondato da guardia che vietano a chiunque di entrare nel borgo. A Firenze di queste indagini a Firenze non si sà ancora nulla anche se qualche diceria comincia a circolare"colla bocca piccina" come dice il cronista.

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