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giovedì 28 aprile 2011
RAFFAELLO II
Affrescando la villa Tiberina del banchiere senese Agostino Chigi ottenne che l'amante di turno vi fosse alloggiata, in modo che tra una pennellata e l'altra ne godesse le grazie. Guadagnava molto e aveva acquistato un bellissimo palazzo dove viveva come un principe circondato da uno stuolo di servi, aveva bisogno del lusso, il brutto e il volgare gli davano una sofferenza fisica. Quando usciva lo seguiva un corteo di amici e allievi, prendeva parte alle feste, ai banchetti che si tenevano sia alla Corte Pontificia sia in case di ricchi borghesi. Morì prematuramente, a provocarla furono, pare, gli eccessi sessuali. scive il Vasari: "Raffaello combinò fuori di modo i piaceri amorosi; onde avvenne ch'una volta tra l'altrodisordinò più del solito, perchè tornato a casa con una grandissima febbre, fu creduto da medici che fosse riscaldato. Onde non confessando egli disordine che aveva fatto, per poca prudenza, loro gli cavarono sangue, di magniera che indebolito si sentiva mancare, laddove egli aveva bisogno di ristoro. Perchè fece testamento: e prima come cristiano mandò l'amata sua fuori di casa e le lasciò modo di vivere onestamente, dopo dovise le cose sue fra discepoli suoi, Giuglio Romano, il quale sempre amò moltissimo, Giovan Francesco Fiorentino detto il Fattore, e un non so che prete da Urbino suo parente.... Poi, confesso e contrito, finì il corso della sua vita il giorno medesimo che nacque, che fu il Venerdì Santo, d'anni 37 ( 6 Aprile 1520)". L'amata cui accenna il Vasari era la celebre Fornarina, al momento del trapasso la donna sarebbe stata allontanata dalla stanza di Raffaello per ordine del confessore, che rifiutava di dare l'assoluzione al moribondo in sua presenza. La Fornarina non potè partecipare ai funerali e per il dolore uscì quasi di senno. Il cardinale Bibbiena le consigliò di farsi monaca e in un convento la poveretta passò il resto dei suoi giorni.
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