Virgilio morì il 21 settembre dell'anno 19 avanti Cristo, a Brindisi, dove era approdato infermo di ritorno dal-
l'infausto viaggio in Grecia Invano cinque anni prima il suo amico Orazio aveva trepitato per lui invocandogli benigne le stelle dei Dioscuri. Morto volle essere sepolto a Napoli Dove nei dolci ozi aveva composto le Georgiche. Virgilio viveva lieto a Napoli nella sua villa sulla verde collina da cui si scorgeva non lontano il mare"E me Virgilio in quel tempo Partenone dolce nutriva, contento nell'opere di un umile vita e son io che un giorno intonai i canti dei pastori e caldo di giovinezza o Titiro ti celebrai all'ombra di un faggio ombroso" Poi venne L'Eneide consumata nei riposi laborosi di sicilia e Campania. Forse a Napoli si fosse preparato il sepolcro per se e per i suoi. modesto sepolcro, la ricchezza non era amica dei poeti e anche Virgilio non era
ricco ma agiato. Egli stesso forse aveva dettato l'epigramma da incidere sulla tomba " Mantua me genuit...tenet nunc Parthenope" Gli antichi affermano che la tomba sorgeva sulla via di Pozzuoli, a due miglia
da Napoli, la Napoli di Augusto molto più piccola dell'odierna città e verso occidente terminava dove oggi vi è palazzo Gravina.Sorgevano in quel luogo splendide ville, quella di Virgilio sorgeva sopra la via puteolana. La tomba non era costruita lungo la via ma cinque metri più in alto. Ricoperta di piante ombrose ed onuste, i
mirti, gli allori, i pini, i cipressi, gli ulivi, le edere, le rose che vengono poi col tempo ripiantate. Permangono ancora dubbi sulla veridicità di Questo modesto colombaio così chiamato dagli studiosi.
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