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giovedì 28 aprile 2011

GIORGIONE, TIZIANO, TINTORETTO, VERONESE II

Tutti i signori della penisola volevano un suo dipinto. Nel 1530 l'Arretino lo presentò a Carlo V l'imperatore posò per un ritratto e lo ricompensò con 1 ducato, Tiziano se n' ebbe a male e il Gonzaga per rabbonirlo sborsò di tasca propria 150 ducati. Dopo vari viaggi sempre per lavoro nel 1552 a 75 anni l'artista si riaccasò a Venezia. Alla vigilia della morte fu incaricato di dipingere una Depisizione in cambio di una tomba, ma la peste non ne gliene lasciò il tempo. Quando Tiziano morì Tintoretto aveva 58 anni ma ne dimostrava di più. Aveva avuto una vita difficile, lotte e delusioni avevano lasciato nello spirito del corpo il segno. Si chiamava Jacopo Robusti ed era figlio di un tintore, da quì il suo soprannome. Aveva fatto l'apprendista presso il Tiziano che l'aveva licenziato malamente, chi dice per invidia chi per scarsa attitudine al disegno. Quando andò a bottega aveva 13/14 anni. Non entrò in nessun'altra bottega ma studiò le opere dei Bellini, del Carpaccio, del Giorgione di Leonardo, Raffaello e Michelangelo.Riempì interi quaderni di disegni sperimentò ogni tecnica pittorica era sgobbone, si fece tutto da sè. Per molti anni si adattò a verniciare mobili e a eseguire piccoli lavori. A furia di sacrifici e umiliazioni riuscì a sfondare. Per 100 ducati ottenne l' incarico di affrescare il coro nella chiesa della Madonna dell'Orto. Il dipinto li valse molte lodi e molti clienti. Fu in questo periodo che decise di porre fine alla sua vita randagia, prese per moglie una ragazza bella e formosa che gli diede 8 figli e andò a vivere in una modesta casa. Usciva di rado, non aveva amici e non voleva averne, era chiuso e taciturno. Dipingeva giornate intere dimenticandosi di andare a letto. Morì  nel 1594 a 77 anni, fu definito "il Michelangelo della Laguna". Paolo Cgliari, detto il Veronese frequento per un certo periodo nella città natale la bottega di Antonio Badile. Era un ragazzo amabile, sociebole e delicato e i salotti gli spalancarono le porte. Fece ogni sforzo per adeguarsi alla vita di quella ricca società festaiola investì i suoi guadagni in abiti, pellicce, gioielli e divento l'idolo delle signore. Cercava la compagnia dei ricchi e ritrasse nobili, borghesi, matrone, principi della Chiesa sullo sfondo di fastosi banchetti, feste e balli. A 38 anni sposò la figlia del maestro Badile, dalla quale ebbe 2 figli. Temperò la noia del matrimonio con l'adulterio e si circondò di amanti, mogli dei suoi clienti. Fu stroncato a 60 anni da una misteriosa febbre.

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