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domenica 8 maggio 2011

VINCENZO PADULA: sacerdote, cospiratore garibaldino

Nel 48 vari preti sono coinvolti nelle agitazioni. Successivamente nei primi anni 50 nella casa del genitore Michele, il prete don Giuseppe Cardillo continua a tenere i contatti con cospiratori cilentani e per un certo periodo si rende latitante. Tra i sacerdoti che popolano la Certosa di San Lorenzo, situata ai piedi del monte dove sorge Padula, emerge la figura di Vincenzo Padula. Nella primavera del 1856 ha ventiquattro anni essendo nato il 16 ottobre 1831.Vincenzo data la giovane età, durante i moti del 48, non aveva partecipato. Ha finito nel 56 il suo studio nel Seminario di Diano e ordinato sacerdote. Il padre Maurizio è originario di Montemurro, in Basilicata e la sua famiglia è stata in primo piano nelle vicende del 48. Rientrato a Padula è lui a intraprendre la via della cospirazione. Con tutta probalità è stato Don Cardillo ad introdurlo in un ambiente formato da preti liberali, oltre a laici, come i fratelli Santelmo, Raffaele Cavoli, Cesare Romano, Gaetano Scalia.il paese, dove la gente vuole vivere tranquilla rimane indifferente, osserva i cospiratori nei loro andirivieni  per ivicoli e le piazze, oppure recarsi nelle case, come quella dei Padula alla via detta Santo nella parte bassa del borgo. c'è chi sospetta che gli affiliati si incontrassero nel caffè detto Tepedino, dal nome del proprietario, ma gestito dal nipote Raffaele sansevero, che si trova nella parte alta del paese e qualcuno crede di aver capito la parola d'ordine. una risata particolare

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