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venerdì 6 maggio 2011

PIGURINA

Nel 1848 parte con Garibaldi e 65 legionari per l'Italia. Durante la prima guerra d'indipendenza ebbe il comando di una compagnia interamente di studenti dell'Università di Pavia " A me tocco l'onore di comandare questo battaglione di volontari tanto intelligenti che valorosi" scrisse nel suo Memoriale, confermato anche nelle Memorie scritte da Garibaldi. Nel 1848 Garibaldi decise che era giunta l'ora di difendere Roma che l'aveva chiamato in soccorso, con lui c'era il fedele Pigurina che combattè sul Bastione di San Pancrazio per respingere i francesi. Durante gli scontri Angelo fu ferito gravemente e non potè seguire Garibaldi nella sua fuga verso l'Adriatico.  Con le ferite ancora aperte Angelo riuscì a fuggire da Roma e rifugiarsi:"in Cagliari, il mio paese natio" " Non rividi Garibaldi-scrisse- se non tre mesi dopo quando giunse in Sardegna a bordo della nave Amalfitano. Da lui ricevetti una lettera che diceva:2 amico Angelo, per disposizione del governo sardo sono condotto in esilio nell'isola della Maddalena e poichè tu sei stato compagno nelle mie glorie e nei miei pericoli, spero che tu lo sia anche nell'esilio" Pigurina potè così riabbracciare Garibaldi a bordo della nave e insieme alla moglie e ai figli lo accompagnò a La Maddalena. Arrivato all'arcipelago il comandante dell'isola gli impedì di sbarcare ordinandogli di proseguire per Genova. Così voleva il Governo di Torino. "Allora Garibaldi mi consigliò di tornare in America nostra seconda patria" "Non è lontano il giorno- gli disse- in cui la nostra Patria avrà bisogno di noi e allora mio buon amico ci rivedremo" A Montevideo nel 1860 Pigurina ricevette una lettera da Garibaldi che lo invitava a raggiungerlo in Italia per una nuoova campagna risorgimentale. Gli rispose che a causa della fecchia ferita era rimasto invalido e non poteva lasciare mogli e figli senza sostentamento. Dismessa la divisa si dedicò all'allevamento e alla campagna. Morì in Uruguay senza aver più rivisto Garibaldi e la sua Sardegna

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