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lunedì 16 maggio 2011

BERGAMO LA CITTA' DEI MILLE

La notte del 7 luglio Garibaldi giunse a Caprino Bergamasco, la sera dello stesso giorno gli Austriaci lasciarono Bergamo, all'alba dell'8 la gente salutava la liberazione della città e da una estra, sopra il Caffè Centrale del Sentierone, veniva esposta la prima bandiera tricolore. Garibaldi entrò in Città Alta dalla Porta San Lorenzo, che verrà poi chiamata col suo nome. Nella stessa giornata emanò un proclama: "Tutti i giovani che possono prendere un fucile sono chiamati intorno alla bandiera tricolore". Gabriele Camozzi responsabile degli arruolamenti, in due giorni arruolò più di mille nuovi volontari, le iscrizioni avvenivano nelle scuole ai Tre Passi. Il 12 agosto il Re Vittorio Emanuele arriva a bergamo ospite nel palazzo Medolago dove ricevette la rappresentanza cittadina e Garibaldi che si trovava presso la famiglia Camozzi a Ranica. Nella primavera del 1860, precisamente il 20 aprile, tra gli studenti di Bergamo si sparge la voce della spedizione di Garibaldi. Si seppe che Francesco Nullo e Francesco Cucchi avevano iniziato gli arruolamenti, mentre Vittore Tasca, Daniele Piccinino e Luigi Enrico Dell'Ovo, conducevano i giovani al luogo delle iscrizioni, posto in un vecchio fabbricato di via Borfuro. Non solo dalla città, ma anche dalla provincia giunsero giovani patrioti. Si raccolsero circa duecento volontari è per questo che Garibaldi chiamerà Bergamo "la citta dei mille". Bergamo fornì non solo un quinto dei Mille, ma provvide anche a vestirli con le famose camicie rosse. A Gandino si tingeva uno scarlatto la cui ricetta era segreta, perciò si incaricò l'industriale Giovan Battista Fior a provvedere alla stoffa e alla tintura. Così dalla Tintoria degli Scarlatti, nella valle del Prato Servalli in Gardino, uscì la fiammeggiante stoffa che servì per confezionare le camice, cucite in via Prato a Bergamp, nel laboratorio di Celestina Belotti, allora fidanzata del Nullo.

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