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domenica 15 maggio 2011

I MILLE DI GARIBALDI

Al Quartier Generale il capo era il colonnello Turr che allora aveva 35 anni, bellissimo uomo, alto diritto con due gran baffi e un gran pizzo scuri, occhi pensosi ma vigili e mobilissimi  sotto la fronte quadrata a torre. Ungherese come il Turr, un pò più giovane del Turr v'era Tukory, morì a Palermo. C'era poi Cenni di Comacchio uomo di 43 anni, avanzo di Roma e della ritirata di San Martino, uno tutto fremiti che ad averlo vicini pareva di camminare col fuoco in mano presso ad una polveriera. Amico del Canni v'era l'ingegnere Montanari di Mirandola, anch'egli avanzo di Roma, che aveva 38 anni ma ne dimostrava 50 per la tetraggine che gli avevano impresso le sventure del paese, aveva patito nelle carceri di Mantova e Rubiera. Gli stava a fianco un senese, che da giovane aveva fatto versi, sembrati al Niccolini degni del Foscolo. Nei suoi ventisei anni bellissimo e forte, era sempre gaio. Era poi quel pobero Bandi, dove cinque ferite infertagli a Calatafini non lo fecero morire qnzi fu ucciso, quasi vecchio da uno sconosciuto. Vi era Giovani Basso, nizzardo ombra del Generale, Crispi allora poco conosciuto e l'Elia anconitano, che poi a Calatafini fu quasi ucciso per coprire Garibaldi. Poi il Griziotti, pavese di 38 anni matematico di bella mente e di buon cuore, il Gusmaroli antico parroco del mantovano di 50 anni ardito combattente. Il tocco michelangiolesco lo metteva in quel gruppo Simone Schiaffino, bel capitano di mare, che pareva andasse studiando Garibaldi per divenire simile a lui.

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